Sergio Maxia
Google
MEM Cagliari, Mediateca del Mediterraneo
Prima c'era il "Mercato di Via Pola”, e di “Mediateca” non se ne parlava proprio. Prima ancora c'era lo stadio dove giocava il Cagliari Calcio, molto tempo fa.
Adesso: mattoni, vetro e acciaio; "spazio polivalente” minimalista, senza molte storie. Lo spazio è generoso.
Una lunga corte coperta; un risto-bar-pizzeria; una grande sala bimbi con  maestri, libri e giochi tipo ludoteca; alcune gallerie per mostre a tema, quasi sempre chiuse.
Ormai Via Pola di mattina è una strada silenziosa e tranquilla, ricca di strisce blu per il parcheggio, ma senza molto traffico.
Entrando al “decumano” (chiamiamolo così) il silenzio cresce, e scompaiono anche i pochi fastidi della strada.
Al MEM vero e proprio,
a piano terra, c'è il ricevimento (molto buono) e uno spazio dedicato a giornali e postazioni internet.
Al primo piano ci sono (finalmente!) i libri veri e propri (che si possono anche prendere in prestito), vecchi dvd, e alcune sale conferenza.
Ci sono anche: l'Archivio Storico e la Biblioteca Generale di Studi Sardi (sublimi), il Dizionario della lingua Sarda di Wagner e quello di Giovanni Spano, ecc, ecc
Aria condizionata, poltroncine (belle) e sedie ovunque.
Stamattina (sabato) non c’è quasi nessuno, e l'ambiente sembra ancora più grande.
Silenzio da film, neanche la musica per un duello western.
Libri di ogni genere, molti, gratis e in bella mostra. Li vorresti leggere tutti, o almeno sfogliarne una gran parte, ma non puoi.
In più, proprio oggi ne ho portato da casa uno da leggicchiare in macchina; non pensavo di trovare il MEM  nuovamente aperto dopo oltre due anni di chiusura per covid.
Adesso, dietro lo scaffale, una signora pare interessata alla letteratura russa. La incrocio per un attimo, poi scompare.
Dopo un po’ decido di scrivere una recensione sul MEM: questa. E perché no?
Impiego circa mezz’ora, con varie riflessioni. Verso la fine, ricevo una telefonata (silenziata) che mi catapulta subito fuori.
Invierò più tardi la storia, riveduta e corretta.